Bitcoin divora più elettricità della Svizzera [Infografica]

Oltre ad attirare critiche per la volatilità dei prezzi, l’uso in transazioni illegali e furti dagli scambi, Bitcoin ha anche provocato polemiche per l’enorme quantità di elettricità che consuma. Un nuovo strumento online rilasciato dall’Università di Cambridge stima il consumo energetico della rete cripto-valuta e lo confronta con altre entità. Ha scoperto che Bitcoin utilizza una stima di 61.76 terawattora (TWh) di elettricità all’anno – più di molti paesi e circa 0.28% del consumo globale totale di elettricità.

In confronto, si stima che la Repubblica Ceca utilizzi 62,34 TWh all’anno, mentre la Svizzera ne consuma 58,46 TWh. Se Bitcoin fosse un paese, sarebbe la nazione 41st più esigente di energia del pianeta. Le enormi richieste di energia della criptovaluta provengono dalla potenza di calcolo necessaria per il mining, un processo in cui le macchine sono collegate alla rete per verificare le transazioni che comporta la risoluzione di enigmi. Al fine di ridurre i costi energetici, alcuni minatori di Bitcoin si sono trasferiti in paesi come l’Islanda dove l’energia geotermica è economica e abbondante mentre l’aria artica aiuta con il raffreddamento.

*Clicca qui sotto per ingrandire (charted by Statista)

Consumo annuo stimato di elettricità nel 2019.

Statista