Omhalos di Delfi

Tra gli antichi greci, era diffusa la convinzione che Delfi fosse il centro del mondo. Secondo i miti riguardanti la fondazione dell’Oracolo Delfico, Zeus, nel suo tentativo di localizzare il centro della terra, lanciò due aquile dalle due estremità del mondo, e le aquile — iniziando contemporaneamente e volando alla stessa velocità — incrociarono le loro strade sopra l’area di Delfi. Da questo punto, Zeus gettò una pietra dal cielo per vedere dove sarebbe caduta. La pietra cadde a Delfi, che da allora è stata considerata il centro del mondo, l’omhalos – “ombelico della Terra.”In effetti, la stessa pietra lanciata da Zeus prese lo stesso nome e divenne il simbolo di Apollo, l’oracolo sacro e più in generale la regione di Delfi.

La pietra scolpita in marmo che costituiva l’omhalos nel monumento con il treppiede e le ballerine turbava gli escavatori, perché non potevano decidere se fosse l’originale o una copia di epoca ellenistica e romana. Nel II secolo d. C., Pausanias viaggiato alla zona di Delfi e ci ha fornito prove rare attraverso il suo lavoro. La pietra dell’omhalos sembra essere stata decorata in altorilievo e aveva una forma ovale. È possibile che nei tempi antichi fosse coperto da una maglia di stoffa di lana, ed era conservato nell’adyton (sanctum interno), accanto al treppiede e alla daphne (foglie di alloro) — gli altri simboli sacri del dio. Come descritto da Pausania, all’interno del panno di lana che era avvolto intorno alla pietra, c’erano pietre preziose disegnate a forma di sirena, mentre due aquile dorate erano fissate sopra di esso.

Recenti studi di archeologi francesi hanno dimostrato che l’omhalos e le colonne sono collegati e interconnessi. In altre parole, l’ombelico di pietra era montato sui treppiedi di bronzo sostenuti dai tre ballerini, nella parte superiore della colonna. Questo è il punto in cui l’omhalos è pensato per essere stato posto fino ad oggi, come copertura della colonna, al fine di rafforzare il significato e l’importanza dell’offerta votiva ateniese simbolicamente. Gli ateniesi, volendo placare e onorare il dio della luce, gli offrirono questa copia della pietra originale, che combinava entrambi i simboli delfici come dono dalle mani delle tre figure sacerdotesse di origine ateniese.