Publio Quinctilio Varo
Publio Quinctilio Varo, (morto nel 9 d. C.), generale romano la cui perdita di tre legioni alle tribù germaniche nella battaglia della Foresta di Teutoburgo causò grande shock a Roma e derivò l’espansione romana oltre il fiume Reno.
Varo proveniva da un’antica famiglia patrizia, che era stata senza influenza politica per secoli. Suo padre, Sesto Quinctilio Varo, fu uno degli assassini di Giulio Cesare e si suicidò dopo la battaglia di Filippi (42 a.C.). Varo organizzò un buon matrimonio per se stesso con una figlia di Marco Vipsanio Agrippa, il principale consigliere dell’imperatore Augusto. Nel 13 a. C. Varo fu console con il futuro imperatore Tiberio, che egli stesso era sposato con una delle figlie di Agrippa. La seconda moglie di Varo fu Claudia Pulchra, nipote di Augusto. Varo è stato dato importanti incarichi come proconsole d’Africa (7?-6 a. C.) e legato di Siria. Quando la Giudea si ribellò alla morte di Erode I il Grande (4 ac), Varo marciò un esercito contro gli insorti, li schiacciò e ristabilì il governo romano diretto.
Augusto inviò Varo alle frontiere romane ad est del Reno, dove operò sia come amministratore civile che come comandante militare nel tentativo di introdurre la giurisdizione romana nella regione appena conquistata.
I Tedeschi, tuttavia, trovarono in Arminio, un principe della tribù germanica Cherusci, un capo di straordinaria risorsa. Arminio formò il disegno di liberare il suo popolo dal dominio romano e presto giunse a un’intesa segreta con influenti capi tedeschi. Nel settembre dell ” anno dc 9, Varo, che era stato falsamente informato che una tribù lontana era in rivolta, ha portato le sue legioni nella foresta di Teutoburgo per sedare la rivolta. Qui i tedeschi lo attendevano, e tutto era a loro favore, poiché le strette contaminazioni avevano causato disordine tra le truppe e il terreno era stato reso fangoso dalle forti piogge. La battaglia che ne seguì durò tre giorni, durante i quali i Romani furono completamente distrutti; e Varo si uccise cadendo sulla sua spada.
Si diceva che l’anziano Augusto fosse stato sopraffatto dal dolore dopo aver ricevuto la notizia del disastro, gridando: “Varo, Varo, ridammi le mie legioni!”La sconfitta di Varo fu seguita dalla perdita di tutti i possedimenti romani ad est del Reno, e Varo fu reso il capro espiatorio per il fallimento della politica tedesca di Augusto.