Una breve storia sul bullismo

I primi due mesi erano fattibili. Non avevo molti amici in quella scuola. Solo un gruppo di ‘altri ragazzi’ a cui ho condiviso un po ‘ di spazio e tempo, in classe e all’ora di pranzo. Mi ci è voluto un bel po ‘ per adattarmi alla nuova situazione. Una nuova scuola, nuovi figli, ero il più giovane, per ragioni che non riesco a ricordare il resto della mia classe erano in ritardo 12 o appena compiuto 13 anni. In cima a quello ero abbastanza magro, troppo educato, cresciuto bene dai miei genitori, un po ‘troppo bene credo e ho ancora avuto un lato’ infantile ‘ in me. Ero giovane per la mia età.

Per quelle ovvie ragioni ( chiaramente non ero in cima alla gerarchia sociale…) ” si ” rivoltarono contro di me. ‘Loro’ erano un gruppo di 6-10 ragazzi. Non ero sicuro allora che cosa avevo fatto, o non ho fatto, a loro. Quello di cui ero sicuro era che non avevo una difesa adeguata, non in alcun modo, forma o forma. Il momento in cui’ loro ‘si sono rivoltati contro di me, è stato il momento in cui mi sono trasformato in’preda’.

I tre anni che seguirono consistettero nell’essere inseguito da questo branco di lupi dentro e intorno alla scuola, in classe, sul cortile, sul mio cammino da e verso la scuola – non c’era mai un momento per riprendere fiato, mai un momento in cui potevo tornare in me, nessuna protezione o aiuto da nessuno. Ero solo, sono stato sputato, sono stato messo alle strette, preso a calci e picchiato ogni giorno, risucchiato i peggiori insulti di sempre, ho avuto minacce a giorni alterni o giù di lì, anche alla mia vita, e sono stato pubblicamente umiliato in diversi modi, è stato deriso per le solite, stupide ragioni, è stato ignorato in vari modi umilianti, la lista potrebbe continuare all’infinito.

Mai

Mai

A

Single

Moment

Di

Rest Rest

Guarda oltre le tue spalle, perché stanno venendo per te ya

Ero preda, sono stato cacciato severamente, anche fino alle porte dei miei porti sicuri. Mi sembrava di essere gettato in una trincea e per qualche motivo ho dovuto farmi strada attraverso quel mucchio di fango e merda che si chiamava ‘scuola’.

La violenza, purtroppo, è stata la cosa che ha fermato tutto. Un giorno mia madre giaceva in ospedale per un intervento chirurgico che, se tutto andava bene, poteva guarire la sua ernia. Se non andasse bene potrebbe non camminare più. Abbiamo avuto alcune preoccupazioni a casa, per così dire. All’ora di pranzo nell’auditorium della scuola uno dei predatori lo ha scoperto. Mi sentivo premuto per dire che ero preoccupato per la situazione a casa.

In un auditorium affollato di circa trecento studenti ha riso di me ancora una volta, gridando ad alta voce che stavo mentendo e che mia madre era ricoverata in ospedale con il cancro e stava per morire. Su cui il resto di quel gruppo ha iniziato a ridere troppo, naturalmente. A quanto pare non sapeva che avevamo il cancro in famiglia.

È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In qualche modo saltai in cima al tavolo, gli piantai uno dei miei piedi in faccia, col senno di poi con così tanta forza che aveva il profilo della mia scarpa quasi scolpito in faccia. Un auditorium completamente affollato girato silenzioso in un attimo avviso e circa trecento paio di occhi mi fissò, in piedi su quel tavolo. Il mio predatore si sdraiò sulla schiena, mentre era caduto all’indietro dalla sedia. Uno degli insegnanti mi ha trascinato dal tavolo e con rabbia mi ha quasi gettato nell’ufficio dei presidi, dove mi è stato ordinato di aspettare. Con quell’azione ha confermato la mia convinzione che gli adulti siano il peggior tipo di traditori nei confronti dei bambini. Alla fine mi sono difeso, solo per scoprire che ero di nuovo alle strette e ho dovuto pagare il prezzo-sotto forma di una dura conversazione con il capo della scuola che mi gridava che “la violenza non era consentita a scuola” e “che diavolo stavo pensando di prendere a calci quel povero ragazzo in faccia”

Per tutto il tempo che mi gridava Stavo pensando; perché mi sono fermato? Avrei dovuto spaccargli l’intero dannato tavolo in faccia per quello che mi aveva fatto Make Fargli ingoiare anche quelle stupide sedie…. Ma pochi istanti prima, tra il tavolo di cui sopra e l’ufficio del principio, il mio “eroismo” svanì nel nulla e non potei borbottare molto più di una scusa.

‘Scuola’ è stata una collisione frontale con un treno merci e mi ci sono voluti quasi 30 anni per raccogliere le parti del corpo sparse e rimettermi insieme. Ha fatto qualcosa di particolarmente bene è venuto di che, si chiede?

Beh sì mostly per lo più col senno di poi. Il bullismo si è fermato negli ultimi mesi che sono rimasti dei 4 anni in cui ero in quella scuola. Più tardi nella vita ho acquisito alcune conoscenze sulle strutture sociali e sulla gerarchia, su come funziona l’interazione umana, sia positiva che negativa, vittimizzante, sull’importanza di stabilire dei confini. Mi ha spinto molto lontano dalla religione (Dio – qualsiasi Dio per quella materia – non dovrebbe permettere agli esseri umani di trattarsi l’un l’altro in modi così spregevoli).

Sono stato invitato in una scuola vicino alla mia attuale città, alcuni anni fa, per parlare della mia esperienza ad una classe di giovani. E ‘ stata una cosa particolarmente positiva. Hanno seguito un corso su diversi tipi di comportamento, il bullismo era uno di questi. L’insegnante mi ha intervistato, ho avuto una discussione con quella classe e ho sentito la loro storia. Questa è stata la prima volta che ho sentito una storia da, in questo caso una ragazza , che si era vittima di bullismo. E ‘stato un colpo d’occhio per me, perche ‘questa e’stata la prima volta che ho sentito una storia da ‘the other side’. Aveva seri problemi a casa, non capiva più il suo mondo e prendeva a calci tutti quelli che non si opponevano a lei per dolore e frustrazione.

Il bullismo è un argomento altamente sottovalutato con problemi a lungo termine che seguono la sua coda. Richiede molta più comunicazione sull’argomento. Le scuole sono il luogo dove i bambini imparano. Loro (noi) dovrebbero imparare di più sulla comunicazione umana, per dire e accettare “no”, per difendere te stesso e un altro. E sicuramente i genitori sono i primi a insegnare a un bambino un comportamento decente. Sfortunatamente, anche i genitori sono solo umani.